The Spine: un edificio manifesto per il benessere e il design biofilico a Liverpool
- Matteo Manzi

- 7 ago
- Tempo di lettura: 4 min

Inaugurato nel 2021 e progettato da AHR Architects, The Spine si erge nel cuore del Knowledge Quarter di Liverpool come nuova sede del Royal College of Physicians (RCP) per il nord dell’Inghilterra. Con i suoi 14 piani e circa 7.800 m² di superficie, rappresenta uno degli edifici per uffici più avanzati al mondo in termini di benessere, sostenibilità e design biofilico. Non a caso, ha ottenuto la certificazione WELL livello Platinum (la più alta prevista dal protocollo), sia per la parte strutturale (Core and Shell) sia per gli interni occupati dal RCP, oltre a una doppia certificazione BREEAM (Excellent e Outstanding). Un risultato che testimonia un approccio olistico e scientificamente fondato alla progettazione di ambienti che migliorano la salute e la produttività di chi li vive.
Il WELL Building Standard, infatti, non si limita a garantire l'efficienza energetica o la qualità edilizia, ma misura con precisi indicatori l'impatto che l'ambiente costruito ha sul corpo e sulla mente degli occupanti. Dieci i concetti valutati: aria, acqua, alimentazione, luce, movimento, comfort termico, suono, materiali, mente e comunità. The Spine ha raggiunto un punteggio quasi perfetto (109 su 110), basando ogni scelta progettuale su dati misurabili e sulle migliori evidenze disponibili in ambito medico e ambientale.

Design biofilico e ispirazione naturale
Tra gli aspetti più iconici del progetto vi è senz'altro l'ispirazione alla fisiologia umana, che ne ha guidato le scelte estetiche e funzionali secondo i principi della biomimesi. Il nome stesso dell'edificio deriva dalla scala elicoidale interna che ricorda una colonna vertebrale, elemento strutturale e simbolico al tempo stesso. Le facciate, invece, sono ricoperte da oltre 23 milioni di poligoni ceramici tutti diversi tra loro, che riproducono la struttura della pelle umana tramite un pattern Voronoi, un motivo frattale che si ritrova in biologia, medicina ed epidemiologia, a ricordarci che anche noi siamo natura. Questa "pelle" dinamica filtra la luce naturale creando ombre cangianti all'interno, simili a quelle delle fronde di un albero, e offre una schermatura passiva contro il surriscaldamento.
Il legame con la natura è reso tangibile anche dalla presenza di piante e giardini pensili a doppia altezza. Questi "sky garden" sono posizionati su più livelli dell'edificio, favorendo pause rigeneranti, benessere psicologico e interazioni informali. L'edificio integra anche sculture cinetiche e installazioni visive che incoraggiano il gioco e il movimento, mentre gli spazi comuni sono pensati per stimolare la collaborazione e ridurre la sedentarietà, con percorsi e scale ben visibili e accessibili.
I materiali utilizzati rispondono a un doppio criterio: salute e sostenibilità. Il rovere, presente in molte finiture, non solo offre una piacevole esperienza tattile e olfattiva, ma è anche un materiale naturale a basse emissioni. Le texture sono diversificate per stimolare il tatto e rendere lo spazio più coinvolgente. La palette cromatica degli interni segue un concept biofilico: ai piani inferiori dominano colori terrosi che evocano le radici, ai piani intermedi verdi più vivaci e motivi fogliari, mentre in alto prevalgono i blu del cielo. Questa progressione cromatica accompagna simbolicamente l'ascesa di un albero e guida intuitivamente l'orientamento verticale nell'edificio.

Comfort ambientale e sensoriale anche attraverso la tecnologia
L'accesso alla luce diurna è stato massimizzato: ogni postazione di lavoro è a meno di 7,5 metri da una finestra. La luce artificiale, invece, è regolata da sistemi intelligenti che variano intensità e temperatura colore in base all'orario e all'occupazione degli ambienti, riducendo l'affaticamento visivo e contribuendo al mantenimento del ritmo circadiano che migliora il sonno e quindi la resilienza.
L'intero edificio è dotato di una rete di sensori ambientali connessi a sistemi IoT e intelligenza artificiale che regolano automaticamente ventilazione, climatizzazione, tende e luce. Gli occupanti possono intervenire sui parametri ambientali tramite interfacce digitali personali, aumentando la sensazione di controllo sullo spazio. Tutto questo ha un impatto diretto sulla salute e sulle performance cognitive, migliorate secondo le stime tra il 10 e il 20% rispetto a uffici tradizionali.
Il comfort acustico è stato garantito tramite materiali fonoassorbenti, organizzazione degli spazi in zone più o meno rumorose e disponibilità di pod privati per momenti di concentrazione o isolamento sensoriale. La disposizione flessibile degli ambienti favorisce l'adattabilità a diverse esigenze lavorative e personali. Lo spazio diventa così non solo più sano, ma anche più accogliente, inclusivo e produttivo.

Un edificio sia sostenibile che attrattivo
Anche la sostenibilità ambientale è centrale: sono stati esplorati principi di economia circolare prevedendo lo smontaggio dei materiali ove possibile, l'impiego di componenti riciclabili, e persino la possibilità di noleggiare le attrezzature anziché acquistarle, per ridurre l'impatto ambientale lungo l'intero ciclo di vita.
Tutto questo ha un effetto tangibile sulla capacità dell'edificio di attrarre e trattenere una forza lavoro qualificata, migliorando anche la percezione dell'intero quartiere come luogo sano, vivibile e innovativo. La qualità degli spazi influenza profondamente la qualità della vita di chi li abita ogni giorno.
Un ultimo aspetto fondamentale è il rapporto con la comunità: il piano terra è completamente trasparente e accessibile al pubblico, con una caffetteria e uno spazio espositivo per educare su tematiche sanitarie e ospitare eventi. L'edificio diventa così anche uno strumento educativo e sociale, in linea con la missione pubblica del Royal College of Physicians.

Un nuovo paradigma per il settore
The Spine è molto più di un edificio per uffici: è un manifesto progettuale che dimostra come il design basato sul benessere, la biofilia e la sostenibilità attraverso criteri standardizzati come il protocollo WELL e basati su evidenze scientifiche e dati quantitativi possa concretamente migliorare la vita delle persone. È la prova che un ambiente costruito in modo intelligente e metodico può non solo supportare la salute mentale e fisica, ma anche stimolare la produttività, la creatività e il senso di appartenenza della comunità. Mi auguro che modelli come questo vengano sempre più adottati anche altrove, non come eccezioni virtuose, ma come nuova norma progettuale per un futuro più umano e più sano.












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