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Aria salubre negli spazi di lavoro: Un investimento nel benessere dei lavoratori e nella produttività

Studi scientifici hanno evidenziato come le persone trascorrano in media il 90% del proprio tempo in spazi chiusi (Klepeis et al., 2001), rendendo la qualità dell’aria un fattore critico per il benessere, e uno degli ambienti in cui trascorriamo più ore sono proprio i luoghi di lavoro. L'esposizione a inquinanti indoor come vedremo è stata collegata a una serie di problemi di salute, da lievi irritazioni a malattie respiratorie croniche, problemi cardiovascolari e persino alcuni tipi di cancro. Diversi studi hanno dimostrato quindi come l'aria interna più salubre possa migliorare le prestazioni cognitive, ridurre l'assenteismo per malattia e aumentare il benessere generale dei dipendenti.

un ufficio sulla sinistra pieno di inquianti nell'aria e un ufficio sulla destra con aria pulita e dipendenti felici e produttivi

Le cause e il loro ruolo sulla salute

I principali inquinanti responsabili della cattiva qualità dell'aria ma spesso assorbiti anche dalle superfici (sopratutto se tessili o porose) sono:
  • Composti organici volatili (VOC): rilasciati da materiali da costruzione, arredi, prodotti per la pulizia e vernici.
  • Composti organci semivolatili (SVOC): come ftalati, ritardanti di fiamma bromurati, alcuni pesticidi e alcuni additivi e solventi.
  • Particolato (PM2.5 e PM10): generato da traffico, fumo di sigaretta, processi di combustione in generale e attività umane.
  • Gas inorganici: come monossido di carbonio, radon e ozono.
  • Bioaerosol: muffe, batteri, pollini e acari della polvere.

L'esposizione ad alcuni di questi inquinanti è stata collegata a malattie respiratorie, cardiovascolari e persino a un incremento del rischio oncologico (Joshi, 2008; Selgrade et al., 2008). I sintomi immediati – da irritazioni a mal di testa, secchezza delle vie respiratorie e stanchezza – possono evolvere in condizioni più gravi se l’ambiente non viene correttamente gestito. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stimato che a livello globale l’inquinamento atmosferico interno contribuisce a circa sette milioni di decessi prematuri ogni anno, di cui una quota significativa riguarda i bambini sotto i 5 anni (Who, 2014).

un tecnico che misura la qualità dell'aria

Strategie progettuali per una qualità dell'aria ottimale


  1. Controllo delle sorgenti: Il primo passo fondamentale consiste nel limitare l’introduzione di inquinanti all’interno degli ambienti:
    1. Adottare politiche rigorose per eliminare o ridurre al minimo l’uso di prodotti e materiali che rilasciano VOC o altre sostanze nocive. Ad esempio, l’utilizzo di vernici, rivestimenti e prodotti per la pulizia a basso impatto chimico rappresenta una scelta strategica.
    2. Il divieto di fumo, sia all’interno che in prossimità delle vie d’accesso e degli impianti di ventilazione, è un altro pilastro essenziale per garantire un ambiente salubre. La creazione di spazi rigorosamente smoke-free contribuisce non solo a ridurre l’esposizione agli inquinanti, ma anche a promuovere comportamenti salutari tra gli occupanti.
    3. Minimizzare l'ingresso di inquinanti esterni può essere ottenuto anche attraverso una corretta sigillatura degli edifici, l'installazione di filtri all'ingresso (griglie o tappetini) e l'utilizzo di aree di transizione (bussola d'ingresso) per ridurre l'apporto di polvere e detriti.
    4. Le emissioni derivanti dalla combustione, come quelle prodotte da sistemi di riscaldamento, cucine e veicoli, possono essere una fonte significativa di inquinamento indoor. È quindi preferibile utilizzare sistemi di riscaldamento elettrici o teleriscaldamento e limitare il più possibile l'uso di veicoli a combustione accesi in sosta nelle aree adiacenti all'edificio

  2. Ventilazione: Una ventilazione adeguata è la chiave per diluire e/o rimuovere gli inquinanti interni. Gli edifici moderni possono ricorrere a sistemi meccanici o naturali, purché questi ultimi siano progettati in modo da garantire flussi d’aria sufficienti e costanti. Gli studi ci dicono che la ventilazione 100% naturale senza ricircolo sarebbe da preferire ma questa soluzione può comportare costi energetici elevati in molti climi italiani, inoltre la ventilazione naturale è soggetta al grado di inquinamento presente all'esterno (spesso elevato sopratutto nel nord italia e nei grossi centri urbani), quindi si può ricorrere a sistemi HVAC con una buona efficienza e con adeguata manutenzione.


  3. Monitoraggio: Sensori in grado di misurare in tempo reale la concentrazione di VOC, particolato e altri inquinanti permettono di intervenire tempestivamente qualora i parametri scendano al di sotto dei livelli ottimali. I software al giorno d'oggi permettono anche la raccolta e l’analisi dei dati (anche grazie alla IA), con una frequenza minima mensile o annuale, consentendo di valutare l’efficacia delle strategie adottate e di adeguare gli interventi in base alle esigenze specifiche degli ambienti lavorativi.


  4. Sistemi di filtraggio: I sistemi di filtraggio possono essere sia centralizzati o nel caso di piccoli ambienti anche plug-and-play ma è importante che questi sistemi siano dotati di:

    1. Filtro a carboni attivi per adsorbire inquinanti gassosi, odori e composti organici volatili (VOC)

    2. Filtro HEPA per rimuovere le particelle sospese in aria di dimensioni variabili (come il particolato) a seconda della tipologia di filtro

    3. Raggi UV impiegati per la sterilizzazione e la disinfezione dell'aria danneggiano il DNA e l'RNA di batteri, virus e altri microorganismi, rendendoli inattivi o incapaci di riprodursi


  5. Manutenzione: è imperativo che una giusta e adeguata manutenzione e ispezione regolare venga effettuata circa tutti i sistemi sopracitati non solo per mantenerne elevata la funzionalità, ma perchè nel caso di un accumulo di inquinanti e/o di muffe e i microorganismi, i sistemi di filtraggio e ventilazione possono rapidamente distribuire questi inquinanti in tutto l'ambiente peggiorando velocemente il livello qualitativo dell'aria indoor.


un'infografica con i valori degli inquinanti dell'aria

Impatti economici e produttività Uno degli argomenti più persuasivi a favore di investimenti in infrastrutture e pratiche per migliorare la qualità dell’aria è rappresentato dai benefici economici. Studi condotti in vari contesti hanno evidenziato come una cattiva qualità dell’aria incida significativamente sulla produttività. L’insufficiente ventilazione può essere responsabile fino al 35% delle assenze per malattia (Takaro et al., 2011) con conseguenze dirette sui costi operativi e sulla competitività delle aziende.

Inoltre, si stima che i costi evitabili dovuti all’inquinamento indoor ammontino a centinaia di miliardi di dollari a livello globale, con circa il 45% imputabile alle perdite di produttività e alle morti premature (EPA; Who, 2012). Questi dati indicano che il miglioramento della qualità dell’aria non è soltanto una questione di salute pubblica, ma rappresenta anche una scelta strategica per le aziende che intendono ridurre i costi indiretti e promuovere un ambiente lavorativo più dinamico e sostenibile.

L'approccio basato sui dati ricavati dai sistemi di monitoraggio permette non solo di mantenere elevati standard qualitativi, ma anche di documentare i benefici economici derivanti da un ambiente più salubre, fornendo alle aziende strumenti concreti per giustificare investimenti a lungo termine nella salute dei propri dipendenti.



un'ufficio con purificatori d'aria e dipendenti felici e produttivi

Una visione integrata per il futuro degli spazi lavorativi

L’adozione di strategie per migliorare la qualità dell’aria nei luoghi di lavoro si inserisce in un contesto più ampio di trasformazione degli ambienti costruiti. In un’epoca in cui il benessere dei dipendenti e la sostenibilità ambientale sono diventati driver essenziali per il successo aziendale, investire in spazi progettati per promuovere salute e produttività è una scelta strategica e responsabile.

Il biophilic design, unito ad alcune pratiche rigorose di gestione dell’aria che abbiamo visto, rappresenta un modello integrato in grado di generare benefici a 360 gradi: dalla riduzione dei costi sanitari e delle assenze per malattia all’incremento della produttività e della soddisfazione degli occupanti.

Inoltre, l’adozione di tali strategie risponde a una crescente domanda di trasparenza e responsabilità sociale da parte di investitori e consumatori. Le aziende che scelgono di investire in ambienti di lavoro salubri non solo migliorano il benessere dei propri dipendenti, ma rafforzano anche la propria reputazione, evidenziando un impegno concreto verso la sostenibilità e la responsabilità ambientale.


Fonti e Riferimenti

Le informazioni e i dati presentati in questo articolo sono stati tratti da studi e ricerche scientifiche riconosciute a livello internazionale, tra cui:

  1. Klepeis, N.E., Nelson, W.C., Ott, W.R., et al. (2001). The National Human Activity Pattern Survey (NHAPS): A resource for assessing exposure to environmental pollutants.

  2. Joshi, S. (2008). The sick building syndrome.

  3. Selgrade, M.K., Plopper, C.G., Gilmour, M.I., Conolly, R.B., Foos, B.S.P. (2008). Assessing the health effects and risks associated with children’s inhalation exposures.

  4. U.S. Environmental Protection Agency (EPA). Documenti e linee guida sulla qualità dell’aria indoor.

  5. Jacobs, D.E., Kelly, T., Sobolewski, J. (2007). Linking public health, housing, and indoor environmental policy.

  6. Takaro, T.K., Krieger, J., Song, L., Sharify, D., Beaudet, N. (2011). The Breathe-Easy Home: The Impact of Asthma-Friendly Home Construction on Clinical Outcomes and Trigger Exposure.

  7. Krieger, J., Jacobs, D.E., Ashley, P.J., et al. (2010). Housing interventions and control of asthma-related indoor biologic agents.

  8. World Health Organization (WHO). (2014). 7 Million Premature Deaths Annually Linked to Air Pollution.

  9. World Health Organization (WHO). (2012). Burden of Disease from Household Air Pollution: Summary of Results.

  10. Altre fonti e linee guida tecniche, tra cui ASHRAE, CIBSE e normative internazionali.



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