
Il corpo umano è composto per circa il 60% di acqua, e il cervello, in particolare, è costituito fino al 75% di liquidi. Questa caratteristica spiega come anche lievi deficit idrici possano compromettere significativamente le funzioni cognitive (Institute of Medicine, 2005). Numerosi studi hanno evidenziato che una perdita pari all’1% del peso corporeo in acqua può ridurre le performance cognitive e lavorative fino al 12%, mentre una disidratazione del 3–4% può comportare un calo della produttività tra il 20% e il 25% (Malisova et al., 2016). Oltre agli effetti sul rendimento mentale, la disidratazione può causare stanchezza, mal di testa e una generale sensazione di malessere, aumentando il rischio di errori e incidenti sul lavoro (Kenney et al., 2015).
Qualità dell'acqua e rischi per la salute
L'acqua potabile può contenere contaminanti derivanti da fonti industriali, agricole o dal deterioramento delle tubature degli edifici. L’acqua destinata al consumo deve presentare caratteristiche chimiche e organolettiche salutari e piacevoli. Infatti se l'acqua viene percepita come sgradevole i dipendenti potrebbero preferire alternative meno salutari, come le bevande zuccherate incrementando il rischio di obesità e altre patologie (Onufrak et al., 2014). Tra i principali elementi di preoccupazione vi sono:
Torbidità: La presenza di torbidità è un problema estetico, ma può indicare anche la presenza di contaminanti particellari.
Sapore: Un cattivo gusto, a volte percepito come troppo intenso o dal sentore metallico.
Nitrati e nitriti: Possono compromettere la capacità del sangue di trasportare ossigeno.
Metalli pesanti (piombo, arsenico, mercurio): Possono causare problemi neurologici e danni sistemici.
Sostanze chimiche derivanti dalla disinfezione (trihalometani e acidi aloacetici): Correlati a problematiche riproduttive e aumento del rischio oncologico.
Batteri e virus: L’acqua contaminata può portare a infezioni gastrointestinali e altre patologie.
Microplastiche: Sempre più presenti nelle reti idriche, possono avere effetti dannosi sulla salute umana a lungo termine.
Questi elementi sottolineano l'importanza di garantire una fonte d'acqua controllata, sicura e dal sapore gradevole negli spazi di lavoro, dove i lavoratori trascorrono gran parte della loro giornata.

Strategie per garantire acqua di alta qualità
Per migliorare la qualità dell’acqua, le aziende possono adottare sistemi di filtrazione che rimuovono contaminanti, cloro, metalli pesanti e altre sostanze che ne alterano il sapore. L’installazione di dispenser moderni (regolarmente puliti), dotati di filtri a carboni attivi, scambio ionico, osmosi inversa e, in alcuni casi, sistemi di purificazione a raggi UV per eliminare i coliformi e altri microbi patogeni, assicura un’acqua più fresca e gradevole, aumentando la fiducia degli utenti. Controlli periodici e manutenzione degli impianti idrici sono altrettanto essenziali per evitare il rischio di contaminazioni dovute a vecchie tubature o serbatoi sporchi.
Promozione dell'acqua: Incentivare il consumo
Purtroppo, nonostante l’evidenza scientifica, molti lavoratori non assumono la quantità d’acqua raccomandata durante la giornata (tra 2 e 3.7 litri per gli adulti). Fattori quali ritmi di lavoro serrati, ambienti climatizzati, bassa consapevolezza e una scarsa fiducia nella qualità dell’acqua offerta possono contribuire a una riduzione del consumo idrico (Onufrak et al., 2014). Promuovere abitudini corrette di idratazione non solo favorisce il benessere individuale, ma si traduce anche in benefici aziendali, riducendo l’assenteismo e migliorando l’efficienza complessiva. Per favorire l’assunzione regolare di acqua, è necessario intervenire sia a livello progettuale sia attraverso iniziative gestionali:
Posizionamento strategico dei punti d'erogazione: erogatori e fontanelle devono essere situati in aree ad alta visibilità e facilmente accessibili (Sui et al., 2016). Sarebbe opportuno che almeno un erogatore di acqua (minimo uno per piano) sia situato entro un raggio di 30 metri da tutte le aree occupate regolarmente e in tutte le aree ristoro. Quando l’accesso all’acqua diventa semplice e immediato diventa più facile adottare l’abitudine di bere regolarmente.
Rendere l'esperienza più invitante: Offrire acqua a temperature adeguate, eventualmente integrata da aromi naturali come fettine di limone o menta, può contribuire a rendere il consumo idrico un momento piacevole della giornata lavorativa. Molte aziende hanno introdotto iniziative che prevedono la distribuzione gratuita di borracce personalizzate, incentivando i dipendenti a portarle sempre con sé e a ricaricarle presso appositi dispenser (Sui et al., 2016). E' opportuno inoltre che tutti i dispencer siano predisposti per il riempimento di borracce.
Sensibilizzare sul problema dell'idratazione: Campagne, segnaletica e/o corsi di sensibilizzazione interni possono aiutare a educare il personale sui benefici dell’idratazione. Promemoria via email, poster informativi e persino l’uso di applicazioni mobili che inviano notifiche possono ricordare ai dipendenti di bere acqua durante la giornata (Kenney et al., 2015).
Promuovere la qualità dell'acqua: E' utile fornire informazioni sulla qualità dell'acqua disponibile. La trasparenza è fondamentale e rendere pubblici i risultati delle analisi dell'acqua e le informazioni sui sistemi di trattamento utilizzati (attraverso monitor o segnaletica) può aumentare la fiducia dei consumatori e incentivare un maggiore consumo.

Riutilizzo dell'acqua: Un approccio sostenibile per tutti
In un contesto di aumento dei costi e crescente scarsità idrica, il riutilizzo dell'acqua non potabile rappresenta una strategia fondamentale per ridurre la pressione sulle risorse idriche e promuovere la sostenibilità ambientale. Il concetto di riutilizzo dell’acqua negli edifici si basa su sistemi che permettono di raccogliere e depurare l’acqua per usi non potabili, come l’irrigazione delle aree verdi o lo scarico dei WC. Ad esempio la raccolta dell’acqua piovana tramite serbatoi e la sua successiva depurazione per usi secondari rappresenta una soluzione efficace per gli edifici moderni. Questa pratica, già adottata in numerosi edifici all’avanguardia, permette di abbattere i consumi idrici fino al 75% rispetto ai sistemi tradizionali (World Health Organization, 2017). Questo approccio, oltre a essere una scelta responsabile dal punto di vista ambientale ed economico, valorizza l’immagine dell’azienda.
Conclusione
Integrare il tema dell’idratazione nel benessere lavorativo significa riconoscere il forte impatto che la disponibilità e la qualità dell’acqua possono avere sia sulla salute individuale che sulla produttività aziendale. Garantire acqua potabile di alta qualità, attraverso sistemi di filtrazione moderni e una manutenzione accurata non solo migliora le performance cognitive e fisiche ma rappresenta anche un segnale tangibile di attenzione verso il benessere dei dipendenti.
Parallelamente, adottare strategie progettuali mirate e campagne di sensibilizzazione aiuta a formare abitudini pià salutari anche a lungo termine.
E' importante capire che l'nvestimento in questi approcci diversificati non ha solo un impatto diretto ma anche positive ripercussioni a livello di percezione aziendale: offrire acqua di qualità e favorire l’idratazione quotidiana, non solo migliora direttamente la salute, rafforza indirettamente anche il clima aziendale e la percezione positiva interna. Allo stesso tempo, l’impegno per la sostenibilità – attraverso il riutilizzo intelligente dell’acqua – proietta un’immagine esterna di responsabilità sociale e ambientale, rendendo l’azienda più attraente per potenziali nuovi talenti e per i partner commerciali.
In sintesi, investire in pratiche che uniscono benessere, produttività e sostenibilità ambientale è una scelta strategica a vantaggio di tutti: i dipendenti, che beneficiano di un ambiente più sano, e l’azienda, che migliora la propria reputazione e competitività sul mercato.

Riferimenti
Institute of Medicine. Dietary Reference Intakes for Water, Potassium, Sodium, Chloride, and Sulfate. Washington, DC: The National Academies Press; 2005.
Malisova, O., Athanasatou, A., Pepa, A., et al. (2016). Water Intake and Hydration Indices in Healthy European Adults: The European Hydration Research Study (EHRS). Nutrients, 8(4).
Kenney, E.L., Long, M.W., Cradock, A.L., & Gortmaker, S.L. (2015). Prevalence of Inadequate Hydration Among US Children and Disparities by Gender and Race/Ethnicity: National Health and Nutrition Examination Survey, 2009–2012. American Journal of Public Health, 105(8).
Onufrak, S.J., Park, S., Sharkey, J.R., & Sherry, B. (2014). The Relationship of Perceptions of Tap Water Safety with Intake of Sugar-Sweetened Beverages and Plain Water among US Adults. Public Health Nutrition, 17(1), 179-185.
Sui, Z., Zheng, M., Zhang, M., & Rangan, A. (2016). Water and Beverage Consumption: Analysis of the Australian 2011-2012 National Nutrition and Physical Activity Survey. Nutrients, 8(11).
World Health Organization. (2017). Guidelines for Drinking-water Quality (4th ed.). Geneva, Switzerland: WHO Press.
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